
Atti consiliari Regione Lazio
IX LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 9 DEL 3 NOVEMBRE 2010
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collegate con il territorio, collegate con la
casa dei pazienti, con quelle cooperative
sociali di tanti infermieri che oggi sono alla
ricerca sul territorio di lavoro - e il lavoro,
credetemi, anche nella sanità non è molto
facile -, e che possono andare ad assistere in
una assistenza domiciliare integrata dalla
categoria medica a costi sicuramente bassi, si
potrebbero sostituire quelle degenze
ospedaliere che oggi sono obsolete e
superate. Comunque vada, qualsiasi persona,
signori, preferisce stare a casa sua, essere
bene assistita nel suo domicilio piuttosto che
in un letto di ospedale, come tanti ne ho visti,
signor Presidente, in questa provincia romana
in cui l’85 per cento di quei posti letto erano
occupati da persone senza più dignità e senza
più rispetto di qualsiasi valore della vita
umana.
Allora quello che vorrei chiedere a tutti
insieme - oggi ho sentito per due volte le
parole: “in comunione”, “insieme”, “la
consapevolezza di ciò che ci attende in questi
cinque anni” - è se vorremo spartirci, alla fine
di questo percorso, l’ennesimo insuccesso,
come quei tanti padri che, per dimostrare ai
loro figli che la madre è una poco di buono,
crescono dei figli di madre poco perbene!
Ecco io vorrei che in questi cinque anni
ognuno di noi, io per primo, perché venendo
da un mondo civile sento in maniera
esasperata il peso di ciò che mi si chiede, e
ho avuto l’onore e il piacere di riscuotere la
fiducia della Presidente, vorrei quindi che in
questi cinque anni ognuno di noi si
adoperasse per costruire questo fenomeno,
questo sistema sanitario, che non sia il
proporzionale alla francese, il modello
lombardo, il sistema inglese o quant’altro, ma
che sia il modello Lazio, il modello di questa
Regione.
Perché noi, vedete, abbiamo le capacità, le
persone, gli ospedali, le strutture sanitarie per
ben figurare e per portare la sanità in ogni
distretto e in ogni dove. Serve solo la buona
volontà di tutti noi per cercare di dare
risposte a quelle tante giovani “Camille” che
oggi inconsapevolmente sono a casa e non
sanno se domani dovranno assistere il loro
padre, cambiargli i pannoloni, portarlo in giro
alla ricerca di una sanità senza sapere dove
stare, oppure, viceversa, potremmo avere un
territorio interamente coperto e occupato da
personale sanitario attento e consapevole.
Vado a concludere, Presidente, mi sono
sempre domandato, in questi venti anni della
mia professione, chi debba essere il gestore
della mia salute, chi è colui che dovrà
assistermi quando io non starò più nella
condizione di essere un uomo sano? Chi è? Il
mio Stato? La mia Regione? La Provincia, il
Comune, gli enti, gli assistenti? Chi? Io
stesso, signor Presidente.
Ed allora mi piace pensare ad un domani,
abbastanza vicino, in cui anche a me
cittadino sia data la possibilità, insieme ai
tanti cittadini che vivono nel mio quartiere, di
poterci mettere insieme e costruire la nostra
medicina di prossimità, con esperienze ed
esperimenti consorziali dei cittadini, già noti
in altre Regioni, di questo tipo, dove
finalmente quando io entrerò in quelle
strutture riscontrerò le “cliniche del sorriso”,
signor Presidente, dove la gente mi rispetterà
e non perché sono uno dei tanti cittadini del
SSN, ma perché sono una persona e voglio la
mia dignità.
Alcuni di noi sono arrivati in quest’Aula in
maniera singolare, è vero, un caso più
singolare del mio non esiste, ecco, mi piace
pensare, signor Presidente, che da oggi lei
possa avere a disposizione tutti noi, a
prescindere dai diversi schieramenti e
quant’altro, per la creazione di quella salute
del terzo millennio che fuori di qui tante
persone si aspettano, per dare delle risposte
non a noi stessi, ma a quella che sarà la futura
classe dirigente di questo Paese e ai nostri
figli.
Comunque, a titolo personale e di Camilla,
le dico grazie, signor Presidente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Nieri. Ne ha facoltà.
NIERI (Sel-V). Grazie, Presidente.
Presidente Polverini, ho ascoltato con
attenzione la sua relazione, d’altronde è da
mesi che aspettiamo un confronto su un tema
così importante come la sanità, però una