
Atti consiliari Regione Lazio
IX LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 9 DEL 3 NOVEMBRE 2010
17
relazione, mi permetta di dire, che rispetto
all’inizio del suo intervento mi è sembrata
non conseguente, poco prudente. Provo anche
a dire perché.
Era il 24 settembre del 2008, in quest’Aula
si stava svolgendo un Consiglio regionale
come questo dedicato alla sanità e al piano di
rientro del deficit. In quella occasione, da
assessore al bilancio, ebbi l’opportunità di
lanciare un’accusa grave e puntuale al
Governo nazionale, si trattava del mancato
trasferimento di 5 miliardi di euro di risorse
dovute, di cui una parte significativa
svincolata da qualsiasi obiettivo del piano di
rientro del debito.
Una quota infatti, pari a 2 miliardi e 79
milioni di euro, faceva parte dei trasferimenti
stabiliti dal decreto legge 23/07, circa 2
miliardi riguardavano la fiscalità pregressa, la
restante parte era legata a trasferimenti di
integrazioni al fondo sanitario regionale. Una
situazione denunciata dalla stessa Corte dei
conti e più volte palesata all’ex ministro
Sacconi e a tutti i livelli istituzionali,
compresa la Conferenza Stato Regioni.
Non solo, nello stesso periodo la Cassa
depositi e prestiti negò al Governo regionale
un mutuo di un miliardo di euro, una
decisione che allora interpretammo come un
atto politico del Governo nazionale.
Allo stesso modo ci sembra oggi un atto
politico la decisione del Governo - così come
si dice testualmente - di procedere
all’erogazione di una quota delle spettanze
residue a tutto l’anno 2009 nella misura del
60 per cento per complessivi 1214 milioni di
euro, così come ci ha detto anche oggi la
Presidente. Atti politici, Presidente Polverini,
che hanno avuto e avranno costi esorbitanti
per i cittadini del Lazio.
Basta scendere qualche riga del verbale che
contiene la decisione prima enunciata per
scoprire una clamorosa rivelazione. Non era
mai stata fatta, è lo stesso Ministero, a
distanza di due anni, a riconoscere, anche qui
voglio citare testualmente: “Che la gestione
corrente risulta pesantemente gravata dagli
oneri correlati ai ritardi del sistema dei
pagamenti in conseguenza della mancata
erogazione delle spettanze residue, con
pericolo - con “pericolo” - di
compromissione dell’intero processo di
riorganizzazione del sistema sanitario
regionale”. E’ una ammissione importante
ma tardiva, un ritardo che è costato alle casse
della Regione Lazio circa 400 milioni di
interessi che avremmo potuto utilizzare, ad
esempio, per coprire il disavanzo 2009,
risorse sottratte alle cittadine e ai cittadini del
Lazio. Oggi, Presidente, che è costretta a
utilizzare tutti i fondi Fas e le risorse dell’ex
articolo 20, quanto le avrebbero potuto far
comodo e quanto avrebbero potuto far
comodo alla Regione Lazio quelle risorse?
Comunque io non sto qui a contestare una
certa benevolenza del Governo nei suoi
confronti, anzi auspichiamo che tante
imprese potranno presto riscuotere quanto
loro dovuto e che la situazione finanziaria
della Regione torni lentamente alla normalità.
Quello però che mi sento di contestare è la
sua assoluta sottomissione ad un disegno
governativo che vuole mettere in ginocchio la
nostra Regione, in ossequio a un
ragionamento ragionieristico che non
sappiamo ancora in che misura potrà far
quadrare i conti della Regione, dato che
nessuna stima è stata proposta né prevista nel
Piano, ma che di sicuro metterà a rischio i
livelli minimi di assistenza.
Quella benevolenza di cui parlavamo,
Presidente Polverini, non è infatti che un
piccolo risarcimento nei suoi confronti per
aver predisposto un Piano avulso dal contesto
sanitario regionale, inadeguato nella
programmazione e nei tempi di attuazione,
privo dei necessari collegamenti con i
programmi operativi sanitari e che prevede
unicamente la chiusura di ventiquattro
strutture ospedaliere, 2865 posti letto e
l’aumento delle tasse Irpef e Irap.
Qui occorre fare anche una precisazione. E’
bene che i cittadini sappiano le ragioni che
sono alla base dell’aumento delle imposte.
Nei giorni scorsi, infatti, a seguito del tavolo
di verifica, ha tentato di usare un escamotage
mediatico per nascondere la verità.
L’escamotage che anche oggi qui, Presidente,
ha sostenuto è denunciare un buco di 1,6
miliardi. Poi su questo, se mi permette,