
Atti consiliari Regione Lazio
IX LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 9 DEL 3 NOVEMBRE 2010
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Come si fa a dire: “Bene, siccome qui c’è un
criterio che sono i piccoli ospedali, tutti i
piccoli ospedali sono uguali”? Non sono
uguali i piccoli ospedali, perché se sono
piccoli e il problema è, appunto, la quantità,
la quantità che in questo senso vale anche in
termini di qualità quando parliamo di
ospedali, per il numero degli accessi, per il
numero degli interventi che questi fanno,
allora il problema era casomai incrementarli,
fare delle operazioni che erano operazioni
esattamente opposte rispetto a quelle che noi
abbiamo fatto.
O quando noi andiamo in territori come
quello della Provincia di Roma e interi
quadranti della Provincia rimangono
sguarniti, e non pezzi di città, ma addirittura
decine, tantissime decine di territori di
comuni importanti, ma questo è un problema!
E’ un problema perché lei l’effetto che avrà è
che alcuni ospedali romani saranno presi
d’assalto, soprattutto nella struttura
dell’emergenza, tra qualche settimana. Io mi
auguro di no, perché spero che tutte le
persone stiano bene e quindi non abbiano
necessità della struttura, però penso, vista la
tradizione, che questo problema lo avremo e
lo avremo sicuramente in un modo
dirompente.
Si poteva fare qualche cosa di diverso? Io
penso di sì, noi pensiamo di sì, cioè un po’ il
lavoro che abbiamo fatto circa due anni fa. Io
sono coerente con quel lavoro che abbiamo
fatto.
Guardi, Presidente, lei se ha l’onestà
intellettuale - e credo che la abbia - alla fine,
nella replica, mi potrà dare atto che noi nel
2005 abbiamo trovato il 5,2 per mille di posti
letto per abitante. In quegli anni, fino al 2009,
l’abbiamo portato al 4,5 per mille, forse
qualche cosa in meno del 4,5 per mille,
tagliando 3250 posti letto. Lei adesso ha un
altro compito, che deriva dal nuovo patto
della salute, di abbassare di un altro mezzo
punto.
Ora, però, noi ci siamo concentrati su
alcuni interventi che riguardavano le strutture
e le cliniche private, soprattutto quelle più
piccole, io le ricordo che facemmo una lunga
discussione anche in quest’Aula quando
prendemmo il provvedimento della chiusura
delle piccole cliniche al di sotto dei 90 posti
letto, ci siamo concentrati soprattutto
sull’area romana, e le dico, guardi che non
abbiamo trovato un terreno facile.
Per esempio, leggo una dichiarazione
dell’attuale vicepresidente della Giunta, di
adesso - non di allora, perché allora ero io -
del 18 marzo, che diceva: “Il San Giacomo
rappresenta una delle tante false promesse
della Giunta Marrazzo, visto che è una
struttura tutt’altro che inefficiente erogando
30.000 prestazioni l’anno…” eccetera,
eccetera.
Ora, quando noi facemmo la scelta di
chiudere il San Giacomo francamente non è
stata una passeggiata, anche perché era
l’ospedale che stava a duecento metri dal
Parlamento, anche perché esponenti di rilievo
di questa Giunta erano contrari, l’opposizione
era contraria, il Sindaco di Roma era
contrario, e non era una cosa semplice.
L’abbiamo fatto, ci siamo assunti la
responsabilità…
(Interruzione di un consigliere)
Sicuramente anche la Presidente Polverini,
perché difendeva qualche posizione
corporativa.
La stessa cosa ha riguardato il Forlanini.
Francamente io non ho nulla di personale, tra
l’altro è un mio amico il professor Martelli -
grande chirurgo, tanto di cappello -, però
l’unica struttura che è rimasta in piedi al
Forlanini è quella diretta dal professor
Martelli e lei, come indicazione, invece di
fare un’operazione di chiusura definitiva di
quella struttura, e quindi, andare in quel
senso, e quindi verso il superamento di quella
struttura lì, lei invece pensa bene di dare un
segnale diciamo in controtendenza.
Noi avremmo continuato a fare questo
intervento di merito, un intervento che
salvaguardasse le Province, perché le
Province - e lo dico con grande senso di
responsabilità - sono quelle più tartassate.
C’è il pericolo che naturalmente si abbassino
notevolmente i livelli di assistenza in
moltissimi di questi territori…