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Atti consiliari Regione Lazio
IX LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 9 DEL 3 NOVEMBRE 2010
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tra lo stato patrimoniale delle singole aziende
ospedaliere e delle Asl e il loro conto
economico. Però come lei ha ricordato prima,
Presidente, quando ci ricordava che è
intervenuta già a lavoro iniziato, francamente
questo avrebbe dovuto anche dirlo, quello di
ripulire i bilanci delle Asl da fatture o da
pagamenti o transazioni che sono stati fatti
centralmente e che invece le Asl non hanno
cancellato dal loro stato patrimoniale, io
penso, Presidente, o perlomeno me lo auguro,
che dentro i bilanci delle Asl ci siano ancora
queste voci.
Quindi, come lei potrà vedere, le
responsabilità sono diverse, le responsabilità
risiedono soprattutto in un atteggiamento da
parte del Governo nazionale che francamente
non ci ha aiutato. Perché, come anche lei ha
ricordato nelle sue esternazioni e anche nei
verbali che ho potuto leggere, non ci ha
aiutato neanche l’atteggiamento di tenersi i
trasferimenti per tanti anni, perché tenendosi
i trasferimenti per tanti anni questi producono
disavanzo, e producono distrazione di fondi e
producono arricchimento facile da parte delle
banche a scapito dell’erario pubblico. Qui sì
che c’è un problema di controllare, di
verificare, materia di competenza della Corte
dei conti. Perché se il Governo nazionale
avesse trasferito per tempo i 3 miliardi e
mezzo originariamente previsti, e poi per
arrivare ai 2 miliardi e qualcosa che ancora ci
sono in termini di mancato trasferimento, noi
dobbiamo sapere che avremmo risparmiato,
fra noi e le Asl, quasi 200 milioni l’anno.
Allora il tema va visto nella sua
complessità, ma non per giustificare nessuno,
perché poi ognuno di noi si assume la propria
responsabilità, la responsabilità di quello che
ha fatto, di quello che farà, e naturalmente
questa noi ce la prenderemo tutta. Però,
attenzione, non sbagliamo l’approccio,
perché rischiamo di fare più confusione di
quella che già c’è. Ce n’è ancora tanta, però
attenzione, cerchiamo di stare dentro un
discorso oggettivo che secondo me, questo sì,
ci può portare alla soluzione del nostro
problema.
Un’altra questione che volevo affrontare -
mi scuserà il Presidente se prendo qualche
minuto - è quella relativa soprattutto al
merito del Piano. Ora, io rimango convinto,
noi rimaniamo convinti come Partito
democratico, ma mi pare come centrosinistra,
visto che il rapporto con i nostri colleghi
dell’opposizione è un rapporto quotidiano,
che il merito sia sbagliato. Io francamente
avrei preferito fare questa discussione magari
in Commissione, purtroppo non ne abbiamo
avuto la possibilità. Avrei preferito farla
prima questa discussione, anche in
quest’Aula, il merito è sbagliato, perché
cerca di risolvere un tema che andava risolto,
perché il nuovo patto della salute che è
entrato in vigore dal 1° gennaio 2010
costringeva tutti, lei, noi se vincevamo le
elezioni, a fare questo intervento per 2521
posti letto, non 2860, che è un’altra cosa,
2521.
Ora, questo costringeva tutti noi a fare un
sacrificio, un intervento, un intervento anche
radicale sul sistema della rete. Però intanto
quello che volevo sottolineare è questo, ma
perché mai noi non abbiamo, in
accompagnamento al suo decreto di taglio, di
riorganizzazione della rete, una
prefigurazione del risparmio che comporta
tale operazione? Cioè non c’è uno straccio di
documento, se non un accenno soltanto nel
verbale del tavolo, sull’effetto di
un’operazione di questa natura. E io le dico,
guardi che l’effetto sarà un effetto non
positivo. Purtroppo ne vedremo delle belle!
Perché quando noi facciamo un taglio,
soprattutto sulla cintura più esterna del nostro
territorio regionale, non abbiamo risolto un
problema di accessibilità o meno alle
strutture sanitarie da parte delle popolazioni
interessate, perché le popolazioni interessate
se lo andranno a cercare in un altro luogo, e
se lo andranno a cercare in luoghi magari più
vicini rispetto ai capoluoghi di provincia. E i
luoghi più vicini molte volte non sono quelli
della città di Roma, non sono quelli dei
capoluoghi di provincia, ma saranno quelli
di, magari, città che sono ai margini di altre
Regioni, però dentro i territori delle altre
Regioni.
Ora, il tema esiste, perché non affrontarlo,
non affrontarlo con senso di responsabilità?