
Atti consiliari Regione Lazio
IX LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 9 DEL 3 NOVEMBRE 2010
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testa contro il muro del debito, il problema è
strutturale, non è semplicemente dipeso da
uno o dall’altro. Ecco perché non ha senso la
colpa altrui. Ci sono colpe e meriti, ce li
spartiremo in egual misura, ma dobbiamo far
capire all’Italia che questa è una Regione che
va finalmente rispettata.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare a nome
del Gruppo dell’Idv la consigliera Rodano.
Ne ha facoltà.
RODANO (Idv). Signor Presidente, colleghi,
cercherò di rispondere positivamente al
ragionamento del collega Storace appena
fatto, e cercherò di uscire dalla fiera del “di
chi è la colpa” del buco, però devo dire che
mi sarei aspettata, Presidente, in questa sede,
dopo quello che noi abbiamo passato, con i
sindaci con la fascia tricolore che stanno
ascoltando il nostro dibattito, dopo le
proteste, i blocchi delle autostrade, mi sarei
aspettata un ragionamento un po’ più di
merito.
Qui noi non dobbiamo fare comizi, ha
ragione il collega Storace, non abbiamo
bisogno di rinfacciarci la colpa del disavanzo
e del debito, però abbiamo bisogno di capire
quali sono le scelte che vengono compiute.
Mi scusi, Presidente, vorrei sottolinearle
questo punto perché forse nella replica mi
potrà dare una risposta utile. C’è modo e
modo di fare i piani di rientro. Il Patto per la
salute dispone un obiettivo e poi c’è modo e
modo di raggiungere questo obiettivo. Le
scelte che sono state compiute, Presidente,
non sono scelte tecniche, sono scelte
politiche, giustamente, e il
commissariamento non è un
commissariamento tecnico. Noi non abbiamo
qui un commissario ad acta, funzionario del
Ministero delle finanze o della sanità,
abbiamo il Presidente della Regione. Poi si
potrebbe discutere, so che c’è anche di fronte
alla Corte Costituzionale questa discussione,
se il commissariamento ha una legittimità
costituzionale, ma siamo di fronte ad un
commissariamento politico e le scelte che
sono state fatte sono scelte politiche.
Vede, io mi sono domandata perché, a parte
la dichiarazione di Fiorito l’altra volta, che
riportava adesso Montino, c’è stata tanta
protesta, c’è stata tanta protesta bipartisan -
usiamo questo termine - mentre nel passato
ce n’è stata meno. Io me lo sono domandato.
Abbiamo soffiato di più sul fuoco? Non
credo, perché il Presidente Fiorito si era
impegnato ad incatenarsi davanti all’ospedale
di Anagni, anzi l’ha occupato per una
settimana! Però non c’è stata questa protesta
così prolungata, così diffusa, questa
preoccupazione così ampia.
Vede, Presidente Polverini, io non voglio
tornare sul passato però dopo, un attimo,
sulla questione posta dal collega Storace. Io
credo che l’indice del taglio dei posti letto sia
un indice sbagliato. Lo dico, l’ha già detto il
collega Di Carlo, io penso che sia una
stupidaggine, tanto è una stupidaggine che
non c’è quantificazione del risparmio.
L’unico modo per quantificare un risparmio è
proprio chiudere, spostare la gente, non
pagare più la luce, il gas, il telefono, la
guardiania delle strutture che vengono
chiuse, altrimenti non c’è previsione di
risparmio, se non poca roba. E, vede, nel
quinquennio precedente, mi dispiace che non
c’è il collega Storace, sono stati chiusi a
Roma 2200 posti, in provincia di Roma 450
posti, nel resto delle province del Lazio 180
posti. Mi ascolti, Presidente Polverini. In
questo piano vengono chiusi a Roma 500
posti, nella provincia di Roma 300 posti, nel
resto delle province del Lazio 350 posti. Io
credo sia questa l’origine della protesta.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
D’AMBROSIO
L’origine della protesta sta nel fatto che il
piano è sbagliato ed ingiusto. Questo è il
punto su cui credo noi complessivamente
dobbiamo fare una riflessione, anche perché
qui non stiamo parlando di imprese, di
interessi particolari, qui stiamo parlando di
salute dei cittadini.
Io penso che le valutazioni che sono state
fatte per fare quel tipo di tagli siano
valutazioni non tecniche ma politiche.
Lei ci ha detto: “Voi avete chiuso tre