
Atti consiliari Regione Lazio
IX LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 9 DEL 3 NOVEMBRE 2010
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magari il posto nostro tra “venticinque” anni
vi converrà avere una carta in più da giocare.
Io credo, e per questo ho apprezzato
l’intervento del collega Mancini su Il
Corriere della Sera di questa mattina, che la
vera battaglia da fare, ed io lo dissi anche
inascoltato in campagna elettorale, mi è
sembrato di sentirlo anche dalle affermazioni
della Presidente, mi pare di coglierlo come
necessità anche dagli interventi di alcuni
colleghi, è convincere tutto il resto del
mondo che non è vero che questa è un
Regione di spendaccioni. Perché qui passa
l’amministrazione Badaloni, collega
Montino, quella te la sei scordata, passa
l’amministrazione Storace, passa
l’amministrazione Marrazzo, noi dobbiamo
sempre andare lì, presidente Gigli, a chiedere
un ripiano, un intervento, qualcosa in quella
bolgia che è la Conferenza Stato Regioni,
perché è lì che si decidono i destini delle
risorse della sanità.
Il presidente Montino ha molta esperienza,
anche parlamentare, e ricorderà i “bollori”
che dovetti frenare io nell’aula di Palazzo
Madama quando si trattava di dare il via
libera a quel decreto di governo per dare 3
miliardi di euro alla sanità del Lazio. Pensi,
Presidente Polverini, ebbi anche una
telefonata di ringraziamento del suo
predecessore! Però questo non vuol dire che
noi ci dobbiamo rassegnare a fare la parte di
quelli che devono chiedere la carità agli altri.
Questa è una Regione che ha sanità pubblica,
sanità privata, sanità classificata, sanità
universitaria, spesso ci sono meccanismi che
sfuggono alla programmazione di una
Regione. Ci vogliamo ragionare su questo?
Vogliamo far sì che tutta Italia cominci a
rispettare la sanità della nostra Regione? Far
sì che ci si renda conto che questa Regione è
sottodimensionata, mi pare di averlo sentito
da Nieri, non come elemento centrale, ma è
sottostimata rispetto alle necessità che ha,
rispetto al suo fabbisogno?
Allora, è inutile la battaglia! E’ chiaro che,
come ha detto la Presidente Polverini, se ogni
giorno si diffondono dati falsi, ci vorrà
qualcuno che dice anche la verità sui soldi
che mancavano in cassa.
Io propongo, Presidente Polverini, di
chiudere questa fase, e non per interesse mio,
anche perché ho chiesto più volte al mio
collega, assessore Augello, notizie in merito,
ma al di là di questo noi abbiamo la necessità
di dare una speranza ai cittadini di questa
Regione. Io credo che la vera speranza noi la
potremo dare se faremo capire quanto tempo
ci vorrà per far finire questa strada, questo
tunnel che abbiamo imboccato da anni del
commissariamento. La vera vittoria, la vera
rivoluzione sarà completata nel momento in
cui riusciremo a terminare il
commissariamento.
Un’ultima considerazione, Presidente,
perché non voglio rubare tempo ai colleghi.
Un’altra iniziativa che secondo me
dovremmo affrontare è quella di non
sottovalutare ad esempio quello che sta
succedendo proprio nella Conferenza delle
Regioni, non la Stato Regioni, la Stato
Regioni è il passaggio successivo. Non è un
caso, colleghi, che a marzo c’è stato un
grande cambiamento in questo Paese, proprio
nelle Regioni centromeridionali - Puglia a
parte -, Calabria, Campania, Lazio, le regioni
più popolose hanno cambiato i loro vertici.
Non è casuale che queste regioni, sottoposte
ai piani di rientro, a dimostrazione che la
qualità del debito non è di una parte o
dell’altra, perché Calabria e Campania non
erano esattamente preda di pericolose
camicie nere della rivoluzione, no, erano
amministratori di sinistra che si sono trovati,
pure loro, con la tragedia del deficit, ebbene,
questi soggetti politici nuovi, assieme ad altri
presidenti che già c’erano, hanno costruito
all’interno della Conferenza delle Regioni un
asse. Stanno disputando una partita, caro
Nieri, che andrebbe incoraggiata dal
Consiglio regionale perché la partita si gioca
proprio sugli standard, perché qui ci sono
Regioni che fanno parte dei piani di rientro
ma non vengono considerate all’interno delle
manovre che devono compiere i Governi e le
Regioni; ma non il Governo, il Governo e le
Regioni, perché l’ostacolo è lì, in quelle
cosiddette “virtuose” che i nostri problemi
non ce li hanno, perché se sono vent’anni che
l’amministrazione del Lazio deve battere la