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Atti consiliari Regione Lazio
IX LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 9 DEL 3 NOVEMBRE 2010
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in capo alla Regione il compito di favorire
l'istituzione, lo sviluppo e l'interazione dei
consigli comunali, municipali o sovra comunali
dei giovani;
Il consiglio comunale, municipale o sovra
comunale dei giovani, ai sensi dell'articolo 2 della
l.r. 20/2007, promuove, in particolare, la
partecipazione dei giovani alla vita politica e
amministrativa locale e facilita la conoscenza da
parte dei giovani dell'attività e delle funzioni
dell'ente locale;
l'articolo 6 della l.r. 20/2007 prevede che la
Regione conceda contributi ai comuni, singoli o
associati, e ai municipi per l'istituzione e la
gestione dei consigli dei giovani;
la Giunta regionale, ai sensi dell'articolo 6 della
l.r. 20/2007, con deliberazione n. 27 del
25.01.20018 ha fissato, tra l'altro, gli indirizzi per
la costituzione e il funzionamento dei consigli
comunali, municipali o sovra comunali dei
giovani nonché le direttive per l'erogazione dei
contributi per i consigli dei giovani.
Considerato che:
i consigli dei giovani, attraverso l'esercizio della
funzione consultiva su tutti gli atti riguardanti le
politiche giovanili che l'amministrazione
comunale intende porre in essere, promuovono la
partecipazione dei giovani alla vita politica locale,
anche al fine di favorire il ricambio generazionale
negli organi amministrativi locali;
che la funzione di tali consigli acquista una
notevole rilevanza nelle realtà locali di piccola e
media entità e nei comuni soggetti a spopola
mento;
Ritenuto:
opportuno promuovere il tempestivo rinnovo
degli stessi, al fine di assicurare la continuità degli
importanti compiti istituzionali ai quali i consigli
dei giovani sono preposti.
Il Consiglio regionale impegna il Presidente della
Regione
a intraprendere le opportune iniziative volte a
promuovere presso gli enti locali l'indizione dei
comizi elettorali per l'elezione dei consigli
comunali, municipali e sovra comunali dei
giovani.
Miele G.
N. 107 del 27 ottobre 2010
Oggetto: Richiesta di intervento al Governo
italiano affinchè venga scongiurata pena di morte
per Tarek Aziz.
Premesso che:
il 26 ottobre 2010, l'ex vice presidente iracheno
Tareq Aziz - insieme all'ex ministro dell'Interno,
Saadun Shaker, e all'ex segretario personale di
Saddam Hussein, Abdel Hamid Hamud è stato
condannato a morte dall'Alta corte penale di
Baghdad mediante impiccagione.
La sentenza riguarda uno dei sette processi nei
quali Tareq Aziz è imputato, quello relativo alla
campagna avviata dal regime di Saddam Hussein
negli anni Ottanta contro i partiti politici sciiti
filo-iraniani, che in quegli anni vide eseguire una
serie di arresti e di condanne a morte nei confronti
dei principali esponenti sciiti.
Considerato che:
non può esservi impunità per i crimini compiuti
dal deposto regime iracheno e che i crimini di cui
Tarek Aziz è imputato insieme ad altri
rappresentano gravi e sistematiche violazioni dei
diritti umani e del diritto umanitario
internazionale;
ciò nonostante il sistema penale iracheno nel
suo insieme non può non tener conto degli
standard di giustizia internazionali e, in
particolare, dei principi fissati per i tribunali e le
corti penali internazionali, i quali escludono il
ricorso alla pena di morte per crimini di guerra,
genocidio e crimini contro l'umanità;
il processo nei confronti di Tarek Aziz e gli altri
suoi coimputati non pare esser stato condotto nel
pieno rispetto di tutte le garanzie
internazionalmente riconosciute di imparzialità e
equità, apparendo invece l'azione giudiziaria più
come la giustizia dei vincitori sui vinti o la
vendetta delle vittime nei confronti del loro
carnefice;
nel luglio 2008, proprio contro la paventata
condanna a morte di Tarek Aziz, centinaia di
Parlamentari di tutti gli schieramenti politici,
Premi Nobel e personalità di tutto il mondo,
avevano sottoscritto l'Appello internazionale
"Moratoria Universale sulla pena di morte, anche
per Tareq Aziz" promosso da "Nessuno Tocchi
Caino" e dal Partito Radicale Nonviolento,
Transnazionale e Transpartito per chiedere la
difesa del diritto e della verità, della legalità e